LA MOSSA DEL CAVALLO DI GIORGIA MELONI
Henry Kissinger, ex Segretario di Stato Usa col Presidente Nixon, è uno degli uomini più importanti del 20° secolo, e ancora oggi a 99 anni è un lucido osservatore delle vicende politiche internazionali. Nel suo ultimo libro "Leadership", raccontando le gesta di alcuni grandi personaggi politici del secolo scorso come De Gaulle, Adenauer, La Thatcher e Reagan, ha scritto che una caratterisrtica fondamentale dei grandi leader è quella di fare delle mosse inaspettate, che sorprendano gli avversari e cambino le carte in tavola rispetto alle previsioni.
Ora in Italia le previsioni dicono che vincerà le elezioni il centrodestra e che Giorgia Meloni, farà il Presidente del Consiglio.
E Giorgia Meloni si trova di fronte alla terribile responsabilità di caricarsi sulle spalle il governo che verrà dopo le elezioni. Lei, accusata in Italia e fuori dell'inesistente reato di fascismo, brandito però come una clava da chi fa campagna elettorale sempre contro qualcuno e mai a favore di qualcosa. Lei che non gode dei favori, a dirla con eufemismo, dell'establishment internazionale, sopratutto degli occhiuti burocrati che stanno a Bruxelles.
E dunque che potrebbe fare Giorgia Meloni? Addentrarsi nel campo minato della leadership del nuovo governo? Col rischio concreto di durare meno di un anno in carica, come successe puntualmente a chi non era gradito a lorsignori, come Berlusconi nel 1994 e nel 2012 e come più recentemente è successo a Salvini nel 2019, col naufragio del Governo gialloverde.
E allora Giorgia potrebbe fare quello che Kissinger indica come caratteristica dei grandi leader, potrebbe fare una cosa nuova, diversa e sorprendere tutti con la mossa del cavallo.
Potrebbe chiedere a Mario Draghi (e chi se non lui) di dirigere un nuovo governo, a maggioranza di centrodestra. Un governo in cui "la Ducetta" potrebbe entrare come vicepresidente, oppure restarne anche fuori, questo non sarebbe fondamentale.
Fantapolitica? Forse, ma il discorso di Draghi al meeting di Rimini ha lasciato parecchie porte aperte ad un suo reimpegno in politica, ed è noto che i suoi rapporti con Giorgia Meloni sono sempre stati improntati al rispetto e alla cordialità, e negli ultimi tempi ci sono stati segnali di ulteriore riavvicinamento.
Rino Formica, vecchio navigatore della politica italiana, che nonostante l'età è ancora lucido e ne sa una più del diavolo, ha parlato di Draghi come "Lord Protettore" esprimendo questo concetto: "con il discorso di Rimini Draghi ha dato il via a una nuova figura giuridica-istituzionale che supera l’assetto costituzionale del paese. Il Lord Protettore è colui che usa la legge perché egli stesso è la legge, dispone della forza perché egli è la forza, manipola le istituzioni perché è egli stesso le istituzioni, gode della fiducia del potere estero, perché è punto di riferimento del potere sovranazionale...".
Staremo a vedere, la politica, quella alta e non quella di piccola bottega elettorale, è anche e sopratutto, sorpresa, immaginazione, spiazzamento e mosse del cavallo.
Commenti
Posta un commento