LA MOSSA DEL CAVALLO DI GIORGIA MELONI

Henry Kissinger, ex Segretario di Stato Usa col Presidente Nixon,  è uno degli uomini più importanti del 20° secolo, e ancora oggi a 99 anni è un lucido osservatore delle vicende politiche internazionali. Nel suo ultimo libro "Leadership", raccontando le gesta di alcuni grandi personaggi politici del secolo scorso come De Gaulle, Adenauer, La Thatcher e Reagan, ha scritto che una caratterisrtica fondamentale dei grandi leader è quella di fare delle mosse inaspettate, che sorprendano gli avversari e cambino le carte in tavola rispetto alle previsioni.

Ora in Italia le previsioni dicono che vincerà le elezioni il centrodestra e che Giorgia Meloni, farà il Presidente del Consiglio.


La "Ducetta" e la sua mossa del cavallo

E se fossero tempi normali non vi sono dubbi che le cose andrebbero così, ma questi non sono per niente tempi normali, sono tempi procellosi e calamitosi. L'Italia che già da prima non stava tanto bene di suo, oggi è diventata una sorta di "Zattera della Medusa", che va alla deriva in un mare in tempesta. Ha visto aggravarsi i problemi con gli anni della pandemia, con un debito pubblico schizzato oltre il 150% del PIL, e adesso si ritrova schiacciata dal peso dell'aumento spropositato dei prezzi dell'energia, dovuto principalmente alla guerra in Ucraina e alla conseguente speculazione internazionale, che si sta portando dietro aumenti non sopportabili in tutti i settori economici. Un momento difficilissimo, forse il peggiore per  la nazione dagli anni del dopoguerra.

E Giorgia Meloni si trova di fronte alla terribile responsabilità di caricarsi sulle spalle il governo che verrà dopo le elezioni
. Lei, accusata in Italia e fuori dell'inesistente reato di fascismo, brandito però come una clava da chi fa campagna elettorale sempre contro qualcuno e mai a favore di qualcosa.  Lei che non gode dei favori, a dirla con eufemismo, dell'establishment internazionale, sopratutto degli occhiuti burocrati che stanno a Bruxelles.
Bravi loro, che ci hanno a suo tempo ingabbiato nei lacci e lacciuoli della loro regole, e ci tengono oggi per il collo con la corda del debito pubblico.  Non avendo più in Italia nè una moneta propria, nè una banca nazionale, siamo dipendenti come dei drogati dai capricci della Banca Centrale Europea, che apre e chiude i cordoni della borsa (acquisto dei nostri titoli di stato) a seconda che noi alunni facciamo bene o male i compiti a casa che ci assegnano periodicamente.
E dunque che potrebbe fare Giorgia Meloni? Addentrarsi nel campo minato della leadership del nuovo governo? Col rischio concreto di durare meno di un anno in carica, come successe puntualmente a chi non era gradito a lorsignori, come Berlusconi nel 1994 e nel 2012 e come più recentemente è successo a Salvini nel 2019, col naufragio del Governo gialloverde.
E allora Giorgia potrebbe fare quello che Kissinger indica come caratteristica dei grandi leader, potrebbe fare una cosa nuova,  diversa e sorprendere tutti con la mossa del cavallo.
Potrebbe chiedere a Mario Draghi (e chi se non lui) di dirigere un nuovo governo, a maggioranza di centrodestra. Un governo in cui "la Ducetta" potrebbe entrare come vicepresidente, oppure restarne anche fuori, questo non sarebbe fondamentale.

Mario dei Miracoli, come è stato definito in questa mia caricatura, 
potrebbe fare ancora un nuovo miracolo, mettendosi alla guida 
di un governo di centrodestra, con una forte maggioranza coesa, 
per portare l'Italia fuori dalle acque procellose del nostro Mar Rosso.

Un governo, garantito di fronte ai poteri forti internazionali dalla stessa figura di Draghi. Un governo che dovrebbe, sorretto da una maggioranza ampia e coesa, portare l'Italia fuori dalla crisi e dalle emergenze in cui si dibatte. 
Un governo che potrebbe durare un anno o qualcosa in più. Poi, messo un pò di ordine nella situazione economica nazionale, Mario Draghi potrebbe spostarsi al Quirinale, con la condiscendenza del presidente Mattarella, che compirà presto 82 anni, e sussurri e grida lo indicano incline alle dimissioni per quella occasione. 
Così il governo potrebbe essere con più tranquillità preso in mano dalla Meloni, con Draghi sul colle più alto a garantire l'Italia a livello internazionale. 
Oltretutto Draghi premier non dispiacerebbe certamente agli alleati del centrodestra. Andrebbe bene sicuramente a Berlusconi e ai cespugli centristi, ma lo accetterebbe anche Salvini, perchè per lui qualsiasi ipotesi sarebbe buona, pur di non vedere la Meloni a capo del governo.
Fantapolitica? Forse, ma il discorso di Draghi al meeting di Rimini ha lasciato parecchie porte aperte ad un suo reimpegno in politica, ed è noto che i suoi rapporti con Giorgia Meloni sono sempre stati improntati al rispetto e alla cordialità, e negli ultimi tempi ci sono stati segnali di ulteriore riavvicinamento.
Rino Formica, vecchio navigatore della politica italiana, che nonostante l'età è ancora lucido e ne sa una più del diavolo, ha parlato di Draghi come "Lord Protettore" esprimendo questo concetto: "con il discorso di Rimini Draghi ha dato il via a una nuova figura giuridica-istituzionale che supera l’assetto costituzionale del paese. Il Lord Protettore è colui che usa la legge perché egli stesso è la legge, dispone della forza perché egli è la forza, manipola le istituzioni perché è egli stesso le istituzioni, gode della fiducia del potere estero, perché è punto di riferimento del potere sovranazionale...". 
Avremo dunque un nuovo governo del Lord Protettore, con una ampia maggioranza di centrodestra?
Staremo a vedere, la politica, quella alta e non quella di piccola bottega elettorale, è anche e sopratutto, sorpresa, immaginazione, spiazzamento e mosse del cavallo. 
Naturalmente questa mossa, per avere probabilità di riuscita, deve rimanere segreta fino al 26 settembre, per cui, fino ad allora, acqua in bocca e non dite niente a nessuno...

Maurizio De Marco

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