UNA STORIA ISTRUTTIVA DI GRILLI E GRULLI

Dedicata ai miei (pochi) amici grillini che, con sprezzo del pericolo, continuano a difendere le posizioni e le giravolte di quelli che avevano mandato in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno.
In politica ci si può anche entusiasmare, ci si può illudere di avere fatto la scelta giusta, ma quando davanti c'è il deserto dei Tartari, è meglio ripiegare le bandiere e ritirarsi in buon ordine.
Dedicato a loro dunque, ecco come un poema cavalleresco del '500 scritto da Francesco Berni, racconta una istruttiva vicenda in cui si narra di un cavaliere che andò in battaglia e dovette affrontare vari avversari sul campo.
Uno di questi ad un certo punto tirò un fendente alla cintura di codesto cavaliere, ma la lama era talmente affilata che lo tagliò a metà senza che questi se ne accorgesse, continuando così a combattere, anche se...era già leggermente defunto.
Ecco i versi del poema:
"...Onde ora avendo a traverso tagliato il cavaliere,
Questo Pagan, lo fe' sì destramente,
Che l'un pezzo in su l'altro suggellato
Rimase senza muoversi niente;
E come avvien, quand'uno è riscaldato,
Che le ferite per allor non sente;
Così colui, del colpo non accorto,
Andava combattendo ed era morto...“



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