I SOLDI DELLA LEGA E QUELLI DELLA MARGHERITA

La questione dei soldi sequestrati alla Lega è tornata prepotentemente di attualità dopo che aveva dormito per anni, non appena Salvini è diventato Ministro dell'Interno e ha cominciato ad operare seriamente rispetto a quanto aveva dichiarato in campagna elettorale... 
E come voi sicuramente avrete capito, questa nuova offensiva della magistratura è una pura e semplice coincidenza, non centra nulla l'attivismo del nuovo Ministro e i risultati che sta conseguendo. No certo non c'entra proprio nulla...
Va detto subito che i famosi 49 milioni di "rimborsi elettorali", sono sicuramente una cifra enorme, esagerata, tanto che recentemente questi "rimborsi" sono stati ridotti di molto, ma erano previsti per legge e non li ha ricevuti solo la Lega, ma li hanno presi tutti i partiti presenti in parlamento negli ultimi 20 anni. E più di tutti, molti più della lega ne hanno ricevuti il PD e Forza Italia, perchè venivano dati in proporzione ai voti ricevuti, e ai tempi di Bossi la Lega non superava il 10% dei voti. Di questi soldi, tutti i partiti, come è ovvio, ne hanno fatto un utilizzo piuttosto discrezionale genericamente indicato come "attività di partito".
Francesco Rutelli e Luigi Lusi, rispettivamente Segretario
e Tesorieredella Margherita, ai tempi della vicenda
per cui Lusi fu condannato a 7 anni di carcere
In qualche caso ci sono state delle vere ruberie, come nel caso ad esempio del defunto partito della Margherita, dove il tesoriere Luigi Lusi si è impossessato di 25 milioni di euro (mica bruscolini) con i quali si è comprato ville e proprietà all'estero. 
Per questo Lusi è stato scoperto e giustamente condannato a qualche anno di carcere, ma nessuno si è sognato di mettere in dubbio la buona fede del segretario del partito, che era quell'anima bella di Francesco Rutelli. Lui non c'era e se c'era dormiva... e naturalmente non si è mai accorto di nulla.  
Così i giudici hanno dichiarato parte lesa il partito della Margherita e condannato Lusi a risarcirlo dei soldi rubati. Quindi nessuna restituzione allo stato, ma restituzione al partito della Margherita.
Non è andata così invece con la lega, dove è stato accertato che Bossi e il segretario amministrativo Belsito hanno utilizzato una parte minima di quei fondi, si parla di 3-400 mila euro, per interessi personali e della famiglia Bossi, mentre la gran parte dei soldi rimanenti sono stati impiegati correttamente per le esigenze del partito. La somma si riferisce infatti a una decina di anni di attività politica ed elettorale.
Una caricatura di Salvini imprigionato alla maniera di Papillon, così come piacerebbe a certa magistratura militante che, oltre alla faccenda dei soldi, lo sta indagando per vari reati in ordine al caso della nave Diciotti.
E qui, diversamente dal caso della Margherita, non si è dichiarata la Lega parte lesa, con l'obbligo di essere risarcita del danno da Bossi e Belsito, riconosciuti colpevoli (ma solo in primo grado di giudizio finora) di avere distratto quei soldi, ma si è deciso di sequestrare "cautelativamente" al partito, quello di oggi, quello di Salvini e di tutt'altri dirigenti, mai sospettati di complicità con i vecchi amministratori, non solo i tre-quattrocento mila euro presumibilmente sottratti, ma tutti i 49 milioni finanziati legalmente. 
Non è comunque una richiesta di "restituzione allo Stato di soldi rubati", come amano dire gli avversari politici della Lega, ma solo un sequestro cautelativo spropositato ed assurdo.  Per garantire la restituzione di meno di 400 mila euro (se Bossi e Belsito saranno condannati in via definitiva e solo dopo il terzo grado di giudizio) si sequestrano 49 milioni ad un partito, soldi ricevuti come rimborsi elettorali e quindi assolutamente leciti.
Come si vede, tra Lega e Margherita i magistrati hanno applicato disinvoltamente due pesi e di due misure, ma si tratta di pesi pesanti come macigni. 

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