IL VIRUS INGIUSTO: METTE DA UNA PARTE I GARANTITI E DALL'ALTRA GLI SFORTUNATI
GLI ITALIANI SI DIVIDONO IN DUE CATEGORIE.
CHI HA IL PROBLEMA DI PASSARE IL TEMPO A CASA
E CHI HA IL PROBLEMA DEL FUTURO.
TRA EURO E VETI EUROPEI, COME SI PUO' VENIRNE FUORI?

di Maurizio De Marco
Oggi vorrei parlarvi della pandemia del famigerato coronavirus, ma non farò cenno all'aspetto medico-sanitario su cui si è parlato e si parla continuamente, spesso anche a sproposito, e vorrei invece concentrare l'attenzione di chi mi legge sulla questione economica e sulle conseguenze del blocco di quasi tutte le attività del paese. Indicando poi quella che a mio avviso potrebbe essere una soluzione, almeno parziale, alle difficoltà notevoli a cui è sottoposta una parte della popolazione italiana.
CHI HA IL PROBLEMA DI PASSARE IL TEMPO A CASA
E CHI HA IL PROBLEMA DEL FUTURO.
TRA EURO E VETI EUROPEI, COME SI PUO' VENIRNE FUORI?

di Maurizio De Marco
Oggi vorrei parlarvi della pandemia del famigerato coronavirus, ma non farò cenno all'aspetto medico-sanitario su cui si è parlato e si parla continuamente, spesso anche a sproposito, e vorrei invece concentrare l'attenzione di chi mi legge sulla questione economica e sulle conseguenze del blocco di quasi tutte le attività del paese. Indicando poi quella che a mio avviso potrebbe essere una soluzione, almeno parziale, alle difficoltà notevoli a cui è sottoposta una parte della popolazione italiana.
Perchè dico una parte e non tutta la popolazione? Perchè gli italiani di fronte alla minaccia del virus non sono tutti uguali. Certamente il problema di dover stare confinati in casa è pesante per tutti, ci sono le difficoltà di convivenza forzata fra coniugi, fratelli, nonni e nipoti, fra padri, madri e figli, se poi ci metti un cane e un gatto, in appartamenti magari di 70-80 metri quadri, spesso senza neppure un terrazzo o un giardino.
Ed è dura anche sopportare il mantra "state a casa, andrà tutto bene..." come ci spiegano tutti i giorni dagli schermi televisivi i divi del cinema o della televisione, o i cantanti, o i calciatori, o gli stessi politici, che hanno case che sembrano alberghi, con 18 stanze, 12 bagni, giardino con piscina, o grande terrazzo con vista Colosseo, faccio per dire, ma a volte neanche tanto. Invece chi si trova con moglie, suocera e tre figli in casa ha poco da stare allegro.
Ma la distinzione vera non è tra chi ha una villa con giardino e chi l'appartamento in condominio.
Torniamo infatti alla stragrande maggioranza degli italiani che vivono in abitazioni normali. Anche tra questi si dividono nettamente due categorie, una delle quali sta molto, ma molto meglio dell'altra.
Torniamo infatti alla stragrande maggioranza degli italiani che vivono in abitazioni normali. Anche tra questi si dividono nettamente due categorie, una delle quali sta molto, ma molto meglio dell'altra.
La prima categoria è quella che deve sopportare solamente il disagio di stare a casa, però ha uno stipendio garantito che matura tranquillamente, e questa è la categoria degli impiegati statali o parastatali, insegnanti, funzionari dei ministeri e dei tanti enti locali, consorzi ecc. i quali possono attendere per qualche mese facendo vacanza, seppur ristretta, rimanendo retribuiti, per poi tornare, a epidemia finita tranquillamente al loro lavoro, sempre retribuito alla stessa maniera, con tanto di scatti di anzianità, contributi pensionistici e quant'altro previsto.
Per loro quindi l'epidemia quando sarà superata avrà causato solo il disagio di non potersi muovere o di muoversi quel poco per fare la spesa o portare a spasso il cane o fare due passi fuori della porta di casa. Naturalmente da questo gruppo sono esclusi i dipendenti statali che sono al lavoro proprio per superare l'emergenza, come medici, infermieri, forze dell'ordine ecc, che anzi in questo periodo sono sottoposti a un carico maggiore di lavoro e a cui dobbiamo grande riconoscenza.
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La visione del futuro, secondo i garantiti. |
Per loro quindi l'epidemia quando sarà superata avrà causato solo il disagio di non potersi muovere o di muoversi quel poco per fare la spesa o portare a spasso il cane o fare due passi fuori della porta di casa. Naturalmente da questo gruppo sono esclusi i dipendenti statali che sono al lavoro proprio per superare l'emergenza, come medici, infermieri, forze dell'ordine ecc, che anzi in questo periodo sono sottoposti a un carico maggiore di lavoro e a cui dobbiamo grande riconoscenza.
Invece allo stesso gruppo di fortunati cittadini appartiene la categoria dei pensionati, e non parlo di quelli al minimo o quelli da 7-800 euro al mese, parlo dei pensionati più diciamo "fortunati" quelli da 1.500-2.000 e anche ben oltre euro al mese, fino ad arrivare alle esagerazioni, che sono ben note, di tanti che arrivano a 10.000 e oltre euro al mese. E anche per loro, almeno finchè non fallirà l'INPS, la pandemia sarà stata solo un brutto ricordo, una volta che avrà esaurito suoi effetti.
Accanto a tutti questi che se ne stanno relativamente tranquilli, esiste un'altra categoria di cittadini ben più sfortunata, che sono tutti gli imprenditori, sopratutto i più piccoli, i negozianti, i ristoratori, gli artigiani, gli agenti di commercio, tutti coloro che vivono nel settore del turismo, i lavoratori precari, in pratica tutte le cosiddette "partite iva", che oltre ai disagi della quarantena, vivono la reclusione casalinga con l'angoscia di vedere ogni giorno che passa come un giorno perso in termini di guadagno mancato, e nessuno sa se la loro attività potrà essere ripresa e se tornerà prima o poi ai livelli precedenti o se sarà destinata a languire fino a naufragare.
Queste persone, stanno subendo ingenti perdite economiche ogni giorno che passa, e solo i pochi più fortunati, quelli che nel corso degli anni della propria attività sono riusciti a mettere da parte un "tesoretto", delle riserve economiche di un certo spessore, possono sperare di sopravvivere economicamente, almeno per un pò di tempo.
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La visione del futuro, secondo gli sfortunati. |
Queste persone, stanno subendo ingenti perdite economiche ogni giorno che passa, e solo i pochi più fortunati, quelli che nel corso degli anni della propria attività sono riusciti a mettere da parte un "tesoretto", delle riserve economiche di un certo spessore, possono sperare di sopravvivere economicamente, almeno per un pò di tempo.
Tutti gli altri prima o poi dovranno affidarsi alla Caritas e ai buoni spesa distribuiti dai Comuni, anche solo per mangiare e, come abbiamo già cominciato a vedere sopratutto al sud, questa non è una battuta, ma una triste realtà.
Poi ci sono i dipendenti delle aziende private che si trovano in una terra di mezzo, nè del tutto garantiti, nè completamente scoperti. Costoro potranno usufruire per un certo periodo degli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, che comunque garantisce la copertura di una parte dello stipendio e solo per un certo numero di mesi. Ma se le conseguenze della pandemia dovessero protrarsi a lungo, e se tante aziende saranno costrette a chiudere, anche costoro si troveranno senza lavoro e senza stipendio.
Insomma, la pandemia di coronavirus, oltre che causare purtroppo la morte di tante persone, ha diviso economicamente l'italia e gli italiani in due categorie economiche distinte, che chiameremo per comodità "i garantiti" e gli "sfortunati".
Quindi i garantiti hanno solo il problema di cercare di evitare la malattia e tirare avanti per questi mesi in cui durerà la quarantena, e poi potranno riprendere gradualmente la vita di sempre. Gli sfortunati invece sono davanti ad un baratro e vedono buio e nebbia nel loro futuro.
Il governo ha emesso alcuni provvedimenti che sembrano pannicelli caldi confronto alle necessità degli "sfortunati", a meno che non si pensi che dare 600 euro una tantum ad ogni partita iva possa essere la soluzione del problema. Mentre invece è solo una mancetta con la quale una famiglia non potrà nemmeno pagare l'affitto di casa del mese di aprile, o comunque non sopravviverà più di 15 giorni solo per i costi della spesa quotidiana.
CI PUO' ESSERE UNA SOLUZIONE, ALMENO PARZIALE.
CI PUO' ESSERE UNA SOLUZIONE, ALMENO PARZIALE.
E allora cosa si può fare? Come si può provare a venirne fuori con il minor danno possibile, anche se una uscita del tutto indolore in pratica non esiste?
Allora, partiamo da un presupposto, diciamo che il momento è eccezionale e quindi richiederebbe provvedimenti eccezionali, che non sarebbero presi in condizioni normali. Diciamo che la solidarietà fra categorie di cittadini dovrebbe vedersi proprio nei momenti di difficoltà e di eccezionalità come quelli che stiamo vivendo.
Diciamo che siamo in regime di emergenza anche da un punto di vista politico, dove non esiste praticamente più vita democratica e parlamentare. Il governo legifera per decreti e ci fa ballare ogni giorno il ballo del mattone con un provvedimento diverso. Ci dà bastone e carota, più bastone che carota per la verità, dato che i tanto sbandierati miliardi stanziati a favore dei crediti alle imprese sembrano solo slogan e belle parole, ma poi in pratica, se i soldi non ci sono, incastrati come siamo nell'euro, e se l'Europa come è ben evidente non si danna certo l'anima per tirarci fuori dai guai, non potendo emettere moneta nazionale, da qualche parte questi soldi bisognerà pure farli saltare fuori.
E allora ecco, tra le ipotesi possibili, una proposta concreta, che è come ho già detto di emergenza e dovrebbe durare per il tempo necessario ad uscire dalla situazione eccezionale in cui ci troviamo. Diciamo sei-otto mesi, massimo un anno.
In questo periodo alle categorie dei garantiti, intesi come dipendenti statali e parastatali non impegnati nel lavoro e pensionati, si potrebbe applicare un "contributo di solidarietà" sullo stipendio o sulla pensione, non certamente sui livelli bassi, ma a partire da una cifra mensile che si collochi ben oltre le retribuzioni medie. Percentuali e livelli comunque da studiare in base a specifici studi sull'argomento.
I soldi che in questo modo lo Stato risparmierebbe dovrebbero essere interamente ripartiti fra tutte le categorie di "sfortunati" così come definite prima, garantendo loro una cifra mensile dignitosa con la quale almeno sopravvivere, fino a che non si vedrà anche dal punto di vista delle attvità economiche una luce in fondo al tunnel.
Naturalmente questa è solo una ipotesi teorica, io non ho fatto calcoli su quali potrebbero essere le cifre che sarebbero a disposizione, e il compito di modulare le aliquote e decidere di attuare eventualmente un simile provvedimento sarà compito di chi governa il paese.
Come si è visto, in questo periodo grandi aiuti dalla burocrazia europea non dovremo aspettarci. Abbiamo già avuto il cosiddetto "bazooka" della BCE, che acquista mensilmente titoli del nostro debito pubblico per tenere a bada il famigerato spread, e inoltre è stato sospeso per tutti i paesi europei il "patto di stabilita" con l'obbligo di rimanere entro il 3% di deficit annuale rispetto al PIL. Per cui lo stato potrà ricorrere alla emissione di bot straordinari, aumentando il debito pubblico, anche se è già altissimo, per disporre di una cifra reale che gli esperti calcolano i circa 100 miliardi di euro, da utilizzare per il rilancio dell'economia del paese, appena le condizioni della pandemia lo renderanno possibile.
Come si è visto, in questo periodo grandi aiuti dalla burocrazia europea non dovremo aspettarci. Abbiamo già avuto il cosiddetto "bazooka" della BCE, che acquista mensilmente titoli del nostro debito pubblico per tenere a bada il famigerato spread, e inoltre è stato sospeso per tutti i paesi europei il "patto di stabilita" con l'obbligo di rimanere entro il 3% di deficit annuale rispetto al PIL. Per cui lo stato potrà ricorrere alla emissione di bot straordinari, aumentando il debito pubblico, anche se è già altissimo, per disporre di una cifra reale che gli esperti calcolano i circa 100 miliardi di euro, da utilizzare per il rilancio dell'economia del paese, appena le condizioni della pandemia lo renderanno possibile.
Non so se l'attuale governo nato quasi per sbaglio e già pronto a cadere nei mesi scorsi, ma rimasto in piedi solo per dell'arrivo della bufera che ha investito l'Itala e anche tutto il resto del mondo, sarà in grado di prendere simili provvedimenti.
Forse sarà necessario formare un governo cosiddetto di "salvezza nazionale" con dentro tutti i partiti e guidato da qualcuno che abbia l'autorevolezza e la forza di imporre scelte difficili e coraggiose.
Come sir Winston Churchill in Inghilterra nel 1940...
Forse sarà necessario formare un governo cosiddetto di "salvezza nazionale" con dentro tutti i partiti e guidato da qualcuno che abbia l'autorevolezza e la forza di imporre scelte difficili e coraggiose.
Come sir Winston Churchill in Inghilterra nel 1940...
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