ARRIVA IL 25 APRILE E I COMPAGNI PRENDONO LUCCIOLE PER LANTERNE

I compagni non si smentiscono mai, certamente il vento soffia ancora, ma in direzione opposta... e nella foga di mettere in atto la loro propaganda, fatta di vecchie parole d'ordine sepolte dalla storia, scivolano clamorosamente. 
La buccia di banana è quella vecchia fotoche è comparsa nei giorni scorsi sulla pagina Facebook dei Giovani Democratici di Albano Laziale, che adesso si scusano per la brutta figura. 
Quale? Lo scatto che avrebbe dovuto celebrare Arrigo Boldrini, uno dei principali organizzatori della Resistenza romagnola, in realtà raffigura un soldato delle Brigate nere. 
A sinistra la foto scelta dai giovani del PD per celebrare il 25 aprile 
e a destra l'immagine, che riprende un soldato della Repubblica 
di Salò, esposta ad una mostra di qualche anno fa a Roma.

I giovani del Partito Democratico hanno preso lucciole per lanterne, hanno scambiato fascisti per partigianifascisti per partigiani. 
E' come se all'Avis, per fare pubblicità alla donazione di sangue avessero usato Dracula come testimonial...

Neppure la presenza di Ferdinando Mezzasoma, che si distingue in maniera nitida sullo sfondo della foto, è servita a mettere in guardia i Giovani Democratici. Mezzasoma non è un perfetto sconosciuto. È stato vicesegretario del Partito Nazionale Fascista e ministro della Cultura popolare nella Repubblica Sociale Italiana, è uno dei fucilati di Dongo, uno di quelli che non hanno tradito e per questo sono finiti appesi a testa in giù a piazzale Loreto. Il suo viso, per chi conosce il Novecento, dovrebbe essere inconfondibile. 
Da oggi di quello scatto non c'è più traccia.

Al suo posto sono comparse le scuse dei giovani del Piddì. "In memoria del 25 aprile, abbiamo voluto intraprendere una celebrazione a mezzo social raccontando una volta a settimana la storia di un/una partigiano/a. È successo che un'immagine che accompagnava questa rubrica raffigurava un soldato della Rsi, l'abbiamo prontamente rimossa e ci scusiamo per il malinteso", si legge. 
E buonanotte alla verità storica.


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